Fabbisogno Mercato Privati, i numeri non tornano

Con l’accordo firmato da quattro sigle sindacali il 27 novembre, nell’ambito di un conflitto di lavoro in cui SLC CGIL e UILPOSTE erano meri invitati senza potere di trattativa (prerequisito posto dai 4 per procedere con i lavori), sono state riviste anche le condizioni di lavoro dei dipendenti di Mercato Privati, ma i numeri non tornano.

I grandi proclami sui fabbisogni, di fatto, dal punto di vista dei numeri non spostano nulla:

  • dalle 300 alle 400 unità di personale in più, livello Italia,
  • per gli uffici presi a riferimento: Monoperatori, Livello B e Livello A2.

Considerate le condizioni in cui si lavora, la grande carenza di personale e il continuo ricorso alla trasferta che coinvolge gli OSP addetti in questi uffici, di fatto gli sbandierati risultati non sposteranno un granché né miglioreranno la situazione.

Non gioiscano però le lavoratrici ed i lavoratori degli uffici A1 e Centrali:

  • qui si realizzerà un’eccedenza che li porterà ad una mobilità “spintanea” verso uffici di cluster più piccolo.

L’accordo ci dice che in questi Uffici ci sono circa 16.500 addetti, mentre ne saranno necessari tra i 15.450 ed i 16.250:

  • di fatto andrà di lusso se verranno ricollocate 250 persone che, come con una bacchetta magica, cancelleranno tutti i disservizi che in questi anni, assieme alle lavoratrici ed ai lavoratori, abbiamo denunciato e contro i quali abbiamo lottato.

Come se non bastasse, con un artificio degno di un prestigiatore:

  • da una parte si afferma che il piano del fabbisogno ha durata triennale, 2024/2026;
  • dall’altra leggiamo che entro dicembre 2025 sarà necessario ridefinire la declinazione relativa all’anno 2026.

Considerando che il 2024 è ormai terminato, ne deduciamo che:

  • ogni anno rivedremo i fabbisogni;
  • ogni anno, con un giro di giostra, gli OSP saranno coinvolti in una mobilità che, nelle regole, potrebbe non farli scegliere essendo prevista anche una mobilità collettiva di cui però non si conoscono i criteri.

Ma i numeri non tornano soprattutto se aggiungiamo quelli delle Politiche Attive:

  • che fine faranno i 1000 dipendenti che entreranno tra assunzioni e sportellizzazioni?
  • La diciamo meglio: quante saranno le uscite necessarie per far quadrare i conti se nel totale c’è già un’eccedenza dichiarata?

La richiesta sui fabbisogni nasceva dalla necessità di dare certezza agli uffici sul numero di OSP previsti in base al cluster, ma quello firmato diventa un accordo capestro che:

  • non dà risposte agli addetti,
  • che continuano a lavorare sottorganico ed in perenne distacco per coprire le carenze strutturali di personale.

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